Inventari degli Archivi

L’inventario d’archivio è lo strumento fondamentale per eseguire le ricerche: descrive tutte le unità che compongono un archivio ordinato, ossia pone in evidenza il vincolo che unisce i documenti tra loro, la loro interdipendenza. A seconda del grado di analiticità di descrizione dei documenti, l’inventario può essere analitico o sommario. Deve essere corredato da indici, tanto più necessari, quanto più esso è analitico. Il grado di analiticità dell’inventario deve essere studiato in base alle caratteristiche proprie di ciascun archivio, tenendo presente che le chiavi di ricerca più opportune per ciascun archivio non si possono stabilire a priori, ma solo dopo aver compreso in base a quali criteri l’archivio era stato organizzato dall’ente che lo ha prodotto. L’inventario deve essere periodicamente aggiornato, con l’integrazione dei nuovi documenti prodotti.
L’Italia vanta una lunga e illustre tradizione archivistica: soprattutto nel Settecento e nell’Ottocento gli archivisti preposti alla gestione degli archivi riponevano particolare cura ed attenzione nell’inventariare gli archivi, in quanto molto forte era la coscienza dell’importanza fondamentale rivestita da un archivio ben ordinato ed accessibile, che consente, attraverso i documenti conservati, di far valere i diritti dell’ente proprietario per qualsiasi occorrenza di tipo giuridico.

Gli archivi delle comunità ebraiche piemontesi hanno subìto molte dispersioni, pertanto non sempre ci sono pervenuti gli inventari antichi. Nel caso della comunità di Saluzzo si è fortunatamente conservato l’inventario redatto nel 1861, relativo a tre fondi archivistici: l’Università israelitica, la Confraternita israelitica di pietà e di beneficenza, l’Asilo infantile israelitico. Le serie documentarie descritte sono organizzate per materia e per sezioni cronologiche.

A-66

Inventario dell'Archivio