Rito funebre e cimiteri

La morte è considerata un processo naturale, parte del piano di Dio che rappresenta il passaggio al mondo ultraterreno dove coloro che hanno vissuto la loro vita in modo degno e virtuoso saranno ricompensati.
funerali ebraici possono differire nei riti e nelle tradizioni, in base ai diversi tipi di comunità: quelle ortodosse, quelle più conservatrici e quelle riformate. I funerali sono gestiti dai familiari più vicini al defunto: sposa o sposo, madre, padre, figlio, figlia, fratello o sorella. Solitamente ogni comunità ebraica ha una propria società di sepoltura che si occupa di preparare il corpo e assisterlo fino al momento della sepoltura. Un gruppo di donne si occupa del corpo di una donna, un gruppo di uomini di quello di un uomo.
Il defunto non può essere mai lasciato solo fino al momento della sepoltura, è una forma di rispetto mentre passa da questo mondo all’altro. La sepoltura va effettuata il prima possibile, di solito entro le 24 ore per preservare l’integrità e la sacralità del corpo, si può ritardare se devono essere ancora compiuti i preparativi o devono arrivare parenti da lontano.

Il processo di purificazione prevede che il corpo sia pulito e curato con dell'acqua che viene versata ritualmente su di esso. Dopo la purificazione, il defunto è vestito con un sudario bianco come segno di purezza e di santità. Nella vestizione non vanno rilevate differenze tra ricchi e poveri. Anche la bara è semplice e completamente di legno perché si decomponga allo stesso ritmo del corpo, con la sepoltura in terra.
Il cadavere viene poi avvolto nel tallith, lo scialle di preghiera.
Madre, padre, figlio, figlia, fratello, sorella o coniuge strappano una parte dei loro vestiti come segno di profondo dolore per la perdita subita. Anche il pianto è molto incoraggiato perché simboleggia il cuore distrutto dal dolore. Durante la sepoltura viene recitata la preghiera per il defunto, il Kaddish. Al termine del funerale, tutti i presenti devono lavarsi le mani, come segno di purificazione e per rimettere l’enfasi sulla vita, dopo che si è stati in contatto con la morte. L’inumazione deve avvenire, se possibile, in un cimitero ebraico o nel settore ebraico di un cimitero municipale.
Gli ebrei piemontesi ebbero ufficialmente la facoltà di possedere un proprio cimitero fin dal 1576: i “Capitoli e privilegi concessi per il Serenissimo Signor Emanuele Filiberto agli ebrei” del 5 giugno 1576 e quelli che seguirono sancivano infatti che gli ebrei potevano sia utilizzare un cimitero che già avevano sia acquistare un terreno per adibirlo all'uso. Nel 1590 Vincenzo I Gonzaga, duca di Mantova e del Monferrrato, concesse agli ebrei di Casale Monferrrato un appezzamento di terra fuori città da adibirsi a cimitero. Carlo Emanuele II concesse un sito agli ebrei torinesi perché servisse da cimitero in luogo di quello che già possedevano nella zona della Cittadella (14 agosto 1668). 
La Legge Falco del 1930 menzionava tangenzialmente i cimiteri nell'art. 20, dedicato al patrimonio della comunità. La Legge 8 marzo 1989 n. 101, richiamando lo Statuto del 1987 (art. 15), dedicherà invece un intero articolo alle disposizioni cimiteriali (n. 16), in risposta all'esigenza di una regolarizzazione della materia da sempre sentita come particolarmente rilevante. 
Negli archivi piemontesi si può trovare della documentazione relativa sia all’organizzazione del rito funebre, sia soprattutto a quanto attiene alla costruzione e alla gestione del cimitero. 
Presente in quasi tutte le pratiche relative all'amministrazione dei cimiteri ebraici è il rabbino capo; infatti alcune faccende più specificamente cultuali sono trattate direttamente dall'ufficio rabbinico e la documentazione relativa è dunque conservata tra le carte dell'ufficio rabbinico: fra esse in particolare la liceità della sepoltura ebraica (anche la Legge Falco specificava - art. 5 - che quanti fossero passati ad un'altra religione non avrebbero più avuto diritto alla sepoltura nei cimiteri ebraici). Si sono inoltre quasi sempre conservate le carte prodotte dalle specifiche Confraternite (ad esempio la Confraternita di misericordia funebre, in seno alla Comunità di Torino) oppure di confraternite di beneficenza che si occupavano anche di queste questioni relative ai riti funebri. Sempre presente negli archivi delle comunità è il carteggio e, qualche volta anche i disegni, relativi alla localizzazione, costruzione o spostamento del cimitero.

A-101

Bozzetto monumento cimiteriale

A-107

Spese cimitero

A-111

Carrozza funebre

A-38

Inaugurazione cimitero ebraico

A-4

Costruzione cimitero

A-50

Deliberazione della Giunta di Sanità

A-51

Verbale giunta municipale

A-55

Disegno di cimitero