Documenti in ebraico

L’ebraico, che si legge da destra a sinistra, è la lingua della Bibbia. Dopo la diaspora degli ebrei e la loro dispersione per quasi due millenni, l’ebraico post biblico rimase relegato nelle sinagoghe, oppure usato come lingua letteraria nelle opere rabbiniche. Gli ebrei sparsi per il mondo cominciarono ad utilizzare le parlate locali, creando nuovi linguaggi, come ad esempio l’yiddish, il ladino, il giudaico-romanesco.
La lingua ebraica cominciò però a risorgere con il movimento sionista.
Il principale fautore della rinascita fu Eliezer ben Yehuda (1858-1922). In modo del tutto eccezionale l’ebraico ritornò ad essere lingua viva e in continua trasformazione ed è oggi la lingua ufficiale dello Stato d’Israele.
L’alfabeto ebraico consta di 22 lettere, tutte consonanti. I suoni vocalici sono indicati da puntini o linee tracciati sopra o sotto la consonante. L’ebraico attribuisce alle lettere anche un valore numerico. Il fatto di poter convertire le lettere in numeri e viceversa ha portato, nella mistica ebraica, all’importante metodo interpretativo chiamato “ghematria”, dove si cercano relazioni tra parole e nomi della Bibbia, correlandone i valori numerici e viceversa.
Negli archivi delle comunità ebraiche piemontesi non sono infrequenti documenti totalmente scritti in ebraico, ma più spesso si trovano testi in ebraico con a lato la traduzione in italiano.
Si trovano inoltre alcuni documenti riconducibili al complesso delle dottrine mistiche ed esoteriche concernenti Dio e l’universo, costituenti la Cabala; dottrine che i loro seguaci affermano essere state rivelate da tempo antichissimo ad un ristretto gruppo di persone e poi tramandate di generazione in generazione.

Parzialmente tratto da: Ebrei in italia. Oltre duemila anni di storia, apertura e partecipazione, Roma, UCEI.

A-31

Testo divinazione

A-32

Le tribù

A-33

Riti magici

A-34

Testimonianza