Riorganizzazione culto a Saluzzo

Archivio: Comunità ebraica di Saluzzo. Archivio storico

Unità archivistica: 152

Archivio ebraico Terracini, Comunità ebraica di Saluzzo, u.a.152.
A pochi mesi dalla fine della Seconda Guerra mondiale, e con essa delle persecuzioni anti-ebraiche, il commissario prefettizio della comunità israelitica di Torino, ingegner Eugenio Norzi, dopo aver interpellato il Rabbino capo dottor Disegni, comunica alla signorina Elisa Levi della comunità di Saluzzo l’irreperibilità di una persona che possa officiare il culto nel giorno del Kippur, né di altre con cui dar vita alla preghiera pubblica (minian), per la quale sono richiesti almeno dieci uomini: “purtroppo i nostri poveri sono stati tutti deportati e i giovani rientrati dalla clandestinità ed iniziatisi al lavoro non hanno tempo disponibile…”. Come faceva notare la stessa signorina Levi nella sua accorata lettera, la stessa trasferta da Torino a Saluzzo di ufficianti e correligionari per celebrare le funzioni religiose avrebbe comportato “spesa e sacrificio”, in un momento storico ancora tanto incerto e difficoltoso.