Valorizzare gli archivi

La valorizzazione degli archivi ebraici piemontesi

Grazie ad una costante e fattiva collaborazione tra la Soprintendenza archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta, le comunità ebraiche piemontesi e l’Archivio ebraico Terracini di Torino e con il sostegno economico del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, della Regione Piemonte e della Compagnia di San Paolo, nel corso dell’ultimo decennio sono stati portati a termine i riordinamenti degli archivi conservati dalle istituzioni ebraiche del territorio piemontese.

Si è così riportato alla luce un patrimonio importantissimo che, pur avendo subìto in molti casi gravi dispersioni, si è rivelato abbastanza consistente e molto risalente (sec. XV per l’archivio della comunità di Casale Monferrato).

Il progetto ha interessato gli archivi delle comunità di Torino, Casale Monferrato e Vercelli, nonché quelli conservati dall’Archivio ebraico Terracini, istituzione culturale nata per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale ebraico piemontese. Poiché gli archivi, come è noto, sono lo specchio delle vicende storiche ed istituzionali degli enti che li hanno prodotti, all’interno degli archivi delle tre citate comunità possiamo trovare anche gli archivi di altre comunità estinte, come anche quelli prodotti dagli enti di assistenza, di beneficenza, d’istruzione che erano satelliti delle stesse comunità ed anche numerosi archivi privati di singole persone o famiglie.

Dopo le operazioni di riordinamento ed inventariazione dei vari archivi, si è provveduto a popolare il Sistema Informativo Unificato delle Soprintendenze Archivistiche (SIUSA), inserendo i dati descrittivi dei vari archivi piemontesi riordinati, in modo da consentire al pubblico una navigazione sul web, mettendo a disposizione una grande banca dati che consente di avere delle informazioni abbastanza di dettaglio, oltre che sui fondi archivistici, anche sui soggetti produttori e sui conservatori degli archivi.

La particolarità e l’interesse intrinseco dei documenti conservati negli archivi ebraici e il fatto che essi sono conosciuti all’interno di una cerchia ristretta di persone e quasi esclusivamente da studiosi della materia, ci hanno spinto a tentare un nuovo approccio, di tipo divulgativo, senza peraltro trascurare il rigore scientifico delle informazioni fornite.

Approccio che ha visto, accanto alle istituzioni ricordate, la collaborazione di Hapax Editore che da più di 15 anni opera in convenzione con la Soprintendenza per la divulgazione e la valorizzazione degli archivi tutelati, specializzazione che ha portato in questi anni a ottimi risultati.